Leonardo da Vinci sognò quel che era considerato impossibile, che l’uomo potesse volare; l’arte, la scienza, la potenza del genio umano capace di interrogare l’infinito e prenderne risposte han fatto sì che quell’impossibile potesse realizzarsi, secoli dopo.
Oggi, in un mondo che, imparando dalla propria storia, sarebbe dovuto essere privo di guerre, carestie, dittature, distruzioni, discriminazioni, esilii, appare ovunque invece l’immagine di una Umanità ai limiti della autodistruzione.
Attraverso l’arte può essere osato un nuovo sogno: dare una possibilità al futuro di vincere questa deriva innescando scintille nel cuore degli uomini. .
Un artista e un mecenate dei nostri tempi hanno conosciuto popoli lontani ma accomunati ovunque dalle stesse tragedie e han preso coscienza di quanto la speranza di un mondo migliore possa risiedere solo in una fratellanza profonda al di là dei confini territoriali, delle etnie, delle religioni. Su essa si intrecciano sentimenti e passioni, vita e morte, vizi e virtù degli uomini. Perché anche dal male più lontano può essere generata la speranza.
Hanno immaginato un ideale abbraccio che allo stesso tempo sorregga e crei forza, un intreccio continuo di anime e corpi che prende a diventare un’ unica armonia , equilibrio, saldezza nella condivisione profonda di una Umanità capace con tenacia di oltrepassare il buio per affrontare il futuro.
Quell’abbraccio è diventato un arco, materico come la Vita e impalpabile e infinito come gli arcobaleni che dipingono il cielo al primo raggio di sole sul finire delle piogge, delle tempeste, degli uragani. Un arco che sfida equilibri impossibili secondo le leggi della fisica ma che si fa reale con la legge della volontà, della solidarietà, della comunione, della fiducia , di quella fratellanza che in un anelito continuo può diventare indistruttibile.
L’arte è l’unico linguaggio realmente universale: Over the Human Rainbow si poggia sulle spalle di chi riuscì a trasformare in materia l’ armonia e la potenza dell’Infinto : Fidia nell’Età Classica e Michelangelo ai confini dell’Era Moderna. Leonardo ne è la chiave di volta , racchiudendo in una sola anima filosofia, arte, scienza.
Non a caso il riferimento artistico dell’opera rimane Leonardo Da Vinci, proprio perché immaginata per le celebrazioni del 2019 per i cinque secoli dalla sua morte.
Il desiderio è stato di rendere l’apparente immobilità di un arco un vibrare intenso di vita, movimento, emozione, a partire dallo studio di disegni e di opere come “Il Cenacolo” e la “Battaglia di Anghiari”; ma potenti sono i riferimenti alle anatomie di Michelangelo e agli equilibri di Fidia; e altresì il desiderio di evocare la trasparenza e i colori degli arcobaleni più lucenti attraverso la musica e le parole che la racconteranno.
Può sembrare un’utopia credere nella pace universale, probabilmente lo è. Ma vogliamo credere che la Bellezza, veicolata dall’arte, possa davvero salvare il mondo; e con umiltà e modestia chi ha il dono di saper creare bellezza con le proprie mani, la testa e il cuore, come diceva san Francesco, ha il dovere di non arrendersi e continuare a farsi strumento vivo di coraggio, speranza e rinascita.
In Giorgio Butini è stato individuato l’artista che ha saputo dare forma alla potenza e all’energia di un tale intreccio di Umanità, nel solco della Scuola dei grandi Maestri immortali che ci insegnano che l’arte e la storia sono i soli veicoli per l’Infinito.
Roberto Capaccioli accompagna “Over the human rainbow” con un’opera musicale e Stefania De Toma la dipinge con le parole.
Gabriele Niccolai, instancabile installatore di Bellezza, la porta nel mondo.
Quando un artista contemporaneo si accosta a un genio dell’ Umanità non può che farlo con una sola dote: la grandezza dell’umiltà. Giorgio Butini ha in sé il talento donato dalla vita, ereditato per nascita (il suo bisnonno era un celebre scultore, Giovanni Butini) e coltivato con studio appassionato, maestri prestigiosi e un amore infinito. “Oltre”, probabilmente, è davvero il leitmotiv della sua esistenza. Per studiare a fondo il corpo umano ha scandagliato in ogni dettaglio i disegni di Leonardo e ha frequentato i corsi di Anatomia dell’Università di Firenze; per comprenderne e esprimerne l’anima ha coltivato la profondità di quella propria con studi filosofici e letterari.
L’energia emanata dai disegni e gli studi de “La Battaglia di Anghiari” e la plasticità emotiva di ognuno degli apostoli de “L’ultima cena” sono la fonte di ispirazione di un’opera che coglie la potenza e le sfumature espressive dell’una e dell’ altra trasferendo nella scultura quella multidimensionalita fisica e psichica che Leonardo era riuscito a costruire su due affreschi (uno dei quali irrimediabilmente perduto, nonostante il mistero permanga). La scultura di Butini inanella ogni sentire umano uno sull’altro, ognuno su una figura, una storia, un dolore, una vita, una conquista. Era un groviglio di corpi in combattimento la battaglia di Leonardo e simboleggiava la libertas; una catena fatta di corpi e sentimenti che sorregge se stessa va ancora “oltre” perché la vita è lotta ma solo un abbraccio unico può sconfiggere la paura del futuro.
Leonardo da Vinci ha dipinto, disegnato, dato vita a molti “oltre” in tutte le sua emanazioni scientifiche, artistiche, tecniche, alcune delle quali in parte, forse, decodificate e comprese, molte altre ancora misterose e inintellegibili, per questo sempre vive e capaci di parlare all’infinito. In questa visione di Leonardo Butini ha provato a rendere attraverso la potenza di un abbraccio unico che sfida ogni legge della fisica, l’“oltre” di cui può essere capace l’Umanità intera. E ogni espressione, ogni smorfia, ogni tensione plastica, ogni singolo movimento diventa elemento essenziale di una unica armonia artistica, metafisica, umana.
Stefania De Toma
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